Una lunga recensione cinematografica
A volte c'è una linea sottile tra commedia e tragedia, risate e lacrime. "A Long Way Down", che inizia con quattro personaggi che contemplano il suicidio, riesce a camminare su quella linea senza inciampare. La sceneggiatura di Jack Thorne, adattata dal romanzo di Nick Hornby, evita l'insipatia e il sentimento sdolcinato. Il risultato è un film accattivante sulla natura trasformativa dell'amicizia.

La premessa del film è questa: alla vigilia di Capodanno, quattro persone salgono sulla cima di un grattacielo di Londra per finire la loro vita. Mentre entrano in una discussione su chi dovrebbe saltare per primo, riescono a dissuadersi dal saltare davvero. Alla fine firmano un patto, vietando a chiunque di suicidarsi prima della prossima vacanza deprimente, il giorno di San Valentino. Nelle prossime sei settimane, le loro vite sono cambiate mentre il loro patto diventa notizia principale.

"A Long Way Down" usa la narrazione del doppiaggio per mettere in relazione i pensieri interiori del personaggio, conservando parte della struttura letteraria del romanzo. Il film è diviso approssimativamente in quattro capitoli. Martin Sharp (Pierce Brosnan) è il primo personaggio a parlare. È un personaggio televisivo caduto in disgrazia che ha scontato la pena in seguito a uno scandalo sessuale. Successivamente, parla Jess (Imogen Poots). Il suo dolore deriva dalla scomparsa della sorella maggiore. Maureen (Toni Collette) è il personaggio più simpatico, una madre single con un figlio gravemente disabile. Considera il suicidio come un modo per costringere lo stato a pagare le cure adeguate per suo figlio. Infine, J.J. (Aaron Paul) parla. Un musicista senza direzione, non riesce a trovare uno scopo per la sua vita.

Pierce Brosnan, dopo essersi lasciato alle spalle i giorni di James Bond, è estremamente divertente da guardare. È diventato più rilassato e meno autocosciente davanti alla telecamera, ed è l'ancora di questo film. Toni Collette interpreta Maureen con umorismo ma anche con discreta dignità. Ad Imogen Poots piace chiaramente interpretare il suo personaggio estroverso. Jess gioca con i media, inventando bugie. Dice a un giornalista che la ragione per cui lei e gli altri non si sono suicidati è che sono stati visitati da un angelo, un angelo nudo che assomigliava a Matt Damon. Aaron Paul sta bene come il tranquillo J.J., ma il suo personaggio è il meno sviluppato nel film.

Il francese Pascal Chaumeil ha diretto "A Long Way Down", il suo primo film in lingua inglese. Chaumeil purtroppo è morto di cancro il 27 agosto 2015, all'età relativamente giovane di 54 anni. Basandosi sull'umorismo gentile e sul calore mostrato in questo film, Chaumeil era un uomo a cui piaceva la vita e le amicizie a volte inaspettate che lo sostengono.

"A Long Way Down" è stato originariamente pubblicato negli Stati Uniti nel 2014. È classificato R per lingua. Il DVD ha caratteristiche speciali, tra cui outtakes che rivelano alcuni dei processi cinematografici e sono divertenti da guardare. Ho visto il film a mie spese. Recensione pubblicata il 07/11/2015.

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