Libertà di parola e sul posto di lavoro
Chiedi a qualsiasi dipendente i loro diritti alla libertà di parola sul posto di lavoro e ti diranno che hanno il diritto di dire quello che vogliono, quando vogliono e come vogliono.

Secondo l'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948:

“Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di esprimere opinioni senza interferenze e di cercare, ricevere e impartire informazioni e idee attraverso qualsiasi mezzo di comunicazione e indipendentemente dalle frontiere. "

Questa libertà di espressione ha un'eccezione sul posto di lavoro? Prendi in considerazione due impiegati di origini molto diverse. Prendi in considerazione la loro differenza nelle culture o nella religione. Immagina se uno ha una bassa tolleranza per gli individui di altre nazionalità. Questo dà a quel dipendente il diritto di utilizzare la sua "libertà di parola" per fare osservazioni sprezzanti sull'altro dipendente? Dov'è tracciata la linea?

Questa è diventata una situazione difficile per i responsabili delle risorse umane mentre cercano di mantenere una forza lavoro diversificata a livello culturale, libera da molestie. Con Facebook, Twitter e blog, il dilemma della libertà di parola non si verifica solo sul posto di lavoro, ma anche al di fuori del luogo di lavoro. Secondo l'American Society for Training and Development, oltre 26 milioni di americani hanno i loro blog. Il dilemma elettronico è ulteriormente aggravato dagli oltre 100 milioni di utenti Facebook.

I media elettronici, insieme ai dipendenti che fanno affidamento sull'argomento "libertà di parola", hanno reso la navigazione tra la politica di difesa e la non violazione dei diritti dei dipendenti un campo minato virtuale per le organizzazioni. Sta violando i diritti di un dipendente se lo rimprovera per aver pubblicato commenti negativi su un altro dipendente o informazioni riservate sulla società? Questo scenario si è svolto in molti uffici in tutto il paese.

Cosa significa questo per voi?

Mentre la sabbiatura dei tuoi colleghi potrebbe non essere necessariamente illegale, la condivisione di informazioni aziendali riservate può portare alla risoluzione o addirittura al carcere. Pubblicare inviti o persino colpire il tuo manager su Facebook potrebbe non portare a problemi tangibili, ma le implicazioni immateriali possono abbondare. Considera il tuo progresso all'interno dell'organizzazione una volta che la direzione ha scoperto le tue attività ispirate alla "libertà di parola".

Invocare i tuoi diritti alla libertà di parola vale il prezzo? Nel caso di un lavoratore irato o scontento, questa può essere una domanda molto difficile a cui rispondere. Soprattutto se si basa su una "questione di principio" piuttosto che sulla logica. Condividere commenti dispregiativi su una particolare regola sleale, può essere considerato un punto di contesa, ma chiedersi: esiste un modo migliore di lasciarsi andare ed esercitare una dichiarazione emotivamente carica sotto le spoglie della libertà di parola?

La libertà di parola, sebbene concessa in base ai diritti umani, potrebbe non essere sempre la migliore azione da intraprendere a seconda della situazione. I suoi effetti possono essere silenziosi, ma di vasta portata, soprattutto in termini di carriera.




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