Ci sono luoghi che sono meccas per il nutrimento di nuovi talenti a causa del talento che una volta rimbalzava dalle pareti e dai soffitti e riecheggiava nelle sue sale. In tutto il Jazz District di Kansas City ci sono molti posti simili e le loro leggende sono molte, dal Conte Basie a Miles Davis, da Mary Lou Williams a Charlie Parker.

Il compianto Robert Altman, il regista vincitore dell'Oscar, ha sperimentato in prima persona quella leggenda facendo il talento di un adolescente molto giovane che si sarebbe sgattaiolato via dal suo quartiere di Kansas City suburbano per prendere parte alle opinioni e ai suoni dei produttori musicali e della loro musica su 18 e Vine. Diversi anni fa Altman è tornato ai suoi ritrovi da ragazzo e ha realizzato un film intitolato "Kansas City" che ha rivisitato il periodo di massimo splendore del jazz e l'alta vita che allora veniva vissuta in città.

Al momento esiste un jazz club che rimane nel distretto jazz che ha una legittima pretesa su una parte di quella storia ed è la Blue Room. Ogni sera puoi entrare nel club e aspettarti di essere intrattenuto dalle offerte di alcuni degli artisti più famosi del settore o di coloro che stanno solo testando le loro ali musicali.





Durante la mia ultima visita, sono stato accolto mentre attraversavo la porta con i suoni ritmici di un organo come il Trio jazz d'organo, guidato dall'organista Ken Lovern, con Brian Baggertt alla chitarra e Kevin Frazze alla batteria, concluso un set. La musica suonava bene, c'era un pubblico di buone dimensioni e il loro applauso entusiasta indicava che erano stati ben intrattenuti. Mancavano pochi minuti al loro prossimo set, ma ero sicuro che quando sarebbero tornati sarebbe stato tempo ben speso.

Quello che non sapevo era che c'era un cantante con loro e quando iniziò il set successivo e una ragazza si avvicinò al microfono, rimasi piacevolmente sorpreso. Ho chiesto a qualcuno nelle vicinanze chi fosse e mi è stato detto che si chiamava Banchi di Bukeka. Non conoscevo il nome. La prima canzone che cantò fu una cover di una melodia di Michael Jackson, "Non posso mai dire addio" e fu presto stabilito che poteva davvero cantare. Ma è stato quando è passata dal pop al jazz tradizionale che mi sono ritrovato ad ascoltare con stupore assoluto. La sua interpretazione del vecchio standard "Sentirsi bene" mi ha lasciato a guardare incredulo. Le immagini di Ella Fitzgerald, Billy Holiday, Dinah Washington e tutte le altre dive che una volta avrebbero potuto abbellire quel palco della Blue Room filtrarono attraverso la mia immaginazione mentre Bukeka riprendeva lo spirito e la sensazione.

Sebbene "Feeling Good" non sia presente nel CD Bukeka Shoals con OJT di Ken Lovern ci sono altre nove melodie che delizieranno sicuramente!