Una pagina di Madness Film Review
Nel suo libro "The Whole Equation: A History of Hollywood", il critico David Thomson denigra i film muti come immaturi e non sofisticati rispetto alla letteratura modernista scritta contemporaneamente. "A Page of Madness", il tour de force del 1926 del regista giapponese Teinosuke Kinugasa, smentisce assolutamente il rimprovero di Thomson. Usa l'estetica soggettiva del flusso di coscienza di un romanzo di Virginia Woolf per costruire una rappresentazione visiva della follia.

Come "The Last Laugh" (1924) di F. W. Murnau, ammirato da Kinugasa, "A Page of Madness" non usa sottotitoli. La mancanza di titoli esplicativi e lo stile visivo d'avanguardia impiegato da Kinugasa lascia il film aperto a molteplici interpretazioni. La moglie di un uomo è impegnata in un manicomio e cerca di ripristinare la sua sanità mentale. La prigionia della donna ha messo a dura prova il suo rapporto con sua figlia adulta. C'è anche un suggerimento che la coppia abbia avuto un altro figlio morto in un annegamento accidentale. Ciò spiega non solo il disfacimento della donna, ma anche l'uso dell'acqua di Kinugasa come motivo visivo ricorrente.

Il movimento circolare è anche usato come metafora visiva ripetitiva. La sequenza di apertura include una danza messa in scena davanti a un grande globo a strisce che gira dietro la ballerina. In realtà è residente in manicomio e la scena si svolge nella sua immaginazione torturata. Come la sfera, è in costante movimento senza mai sfuggire ai confini della sua cella. La panoramica utilizzata da Kinugasa e dal suo direttore della fotografia Kohei Sugiyama dà anche l'illusione di un movimento circolare frenetico da parte della cinepresa. Il conseguente offuscamento dell'immagine aggiunge al senso da incubo del terrore che pervade il film.

"A Page of Madness", sebbene il suo soggetto non sia un crimine, mostra molti degli elementi visivi di un film noir. Gli estremi di luce e buio, le ombre che fluttuano attraverso lo schermo, gli angoli inclinati della videocamera che suggeriscono una mente sbilanciata, le linee verticali che tagliano in due la cornice, la manipolazione caleidoscopica delle immagini che illustrano una presa allentata sulla realtà; praticamente ogni tecnica utilizzata dai registi nell'era del suono è presente in questo film muto. Inoltre, l'attore protagonista Masuo Inoue, con la sua faccia non rasata e gli occhi infestati, potrebbe essere il prototipo di uno qualsiasi degli antieroi fatalisti di Noir.

"A Page of Madness" (1926) è attualmente in streaming su FlickerAlley.com e Amazon. La Alloy Orchestra merita una menzione speciale per la loro musica originale che accompagna il film. L'uso sottile di melodie giapponesi che si alternano a minacciosi effetti percussivi migliora le immagini senza sopraffarle. Ho visto "Una pagina di follia" a mie spese. Recensione pubblicata il 25/10/2018.

Istruzioni Video: Una pagina di follia (1926) di Teinosuke Kinugasa (Aprile 2024).